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Lorien a Brescia

Nella sua sede di piazzale Corvi, Gioventù Nazionale Brescia ha ospitato, la sera di venerdì 3, un bell’evento su uno degli aspetti più importanti dell’epopea della destra giovanile italiana: Conosci il mondo di Lorien. Storia, valori e attualità della musica alternativa, con racconti e canzoni di Guido & Roberto.

 

Gianluca Bonazzi di Canissandro, già segretario del Fronte della Gioventù nella città della Leonessa, ricordando i Campi Hobbit ha parlato di un “anelito di fiamma nel cuore trasmesso con la musica”.

 

Daniele Novelli, presidente della sezione bresciana del movimento, ha presentato il duo e l’argomento, raccontando il suo incontro con la musica alternativa, propiziato da un amico col quale condivide la passione per l’alpinismo. Novelli ha detto quelle che per lui sono le parole chiave di questa musica e della sua condivisione: comunità, sacrificio e fiamma.

 

Guido Giraudo ha cominciato la sua presentazione invitando i ragazzi a tramandare le canzoni alternative, perché sopravvivano a un’era dominata dal pensiero unico e dai suoi valori, antitetici a quelli della musica alternativa. Ma: non praevalebunt!, e quando il Bello trionferà, la comunità farà frutto dell’averle raccontate.

 

Ha poi ricordato, insieme a Bonazzi di Canissandro, le serate commemorative… la loro grandiosa bellezza, e la loro profonda tristezza: ma quella della musica alternativa è, con tutti i suoi guai, una bella storia.

 

Musica che, dice Giraudo, ha costruito il più grande immaginario del nostro mondo; che è un fortissimo strumento di propaganda, un ponte fra le generazioni, ottimo per aprirsi con gli altri – con coloro con i quali si è accomunati dalla stessa esigenza: raccontare ciò in cui si crede. L’arma più bella, forte, duratura; alcune canzoni sono infatti note a livello mondiali (gli Amici del Vento sono stati tradotti in varie lingue).

 

Proiettando il recentissimo filmato del coro di bambini ungheresi che cantano, in due lingue, Ragazzi di Buda di Pingitore (la cui versione di Dian, contemporanea al citato coro, è stata vittima della censura del pensiero unico, tanto pervasiva su internet e i social network), Giraudo ha quindi raccontato, con scansione decennale, l’epopea della canzone di destra: dagli adattamenti, negli anni ’50, di adattamenti di canzoni della RSI all’avventura berlinese di Leo Valeriano e al Bagaglino; agli anni ’60, in cui si esaspera quella che resterà la grande lacuna della canzone alternativa (scarsa produzione musicale, a fronte di ottimi testi), con l’utilizzo di basi musicali pre-esistenti. Poi la fase gloriosa, che non poteva essere se non negli anni ’70: il MSI registra una crescita elettorale, cui DC e sinistre reagiscono non più ignorando i ragazzi di destra, ma cominciando a massacrarli – fisicamente, e imprigionandoli nello stereotipo dei beceroni violenti e ottusi. Il Campo Hobbit beneventano di Generoso Simeone e della Libreria Europa rispondono “cambiando passo”, ossia dimostrando la falsità di questa immagine: band musicali, cabaret, radio, letture, e sulla tenda di Marzio Tremaglia sventola la Bandiera delle Sette Stelle, segno dell’appropriazione dell’universo fantasy e tolkieniano, sgradito alla sinistra i cui cantanti miliardari dedicavano dischi alle disgrazie del proletariato. Poi gli anni ’80, il “riflusso”: ci si guarda allo specchio, chi non era impegnato può finalmente divertirsi, chi lo era a sinistra può pentirsi e cavarsela, chi lo era a destra la paga; gli Amici del Vento perdono nel 1983 Carlo Venturino, è l’epoca dei “traghettatori” (Francesco Mancinelli, l’eretico), delle canzoni tratte da Pound (Altaforte), Junger, Spengler, Drieu La Rochelle, contro l’aborto e la droga, sui disastri politici, i tradimenti e le disillusioni. Negli anni ’90 cambia ancora lo scenario, quelli che erano i ragazzi del Fronte della Gioventù “da grandi” incontrano e si scontrano col potere: è la rovina del movimento. Le comunità si frammentano, il solo legame fra di esse resta la musica alternativa; ma internet, dapprima visto come un’opportunità per la diffusione, si ritorce contro un panorama musicale che si manteneva con musicassette e CD. Si prova a far cassa con i concerti, durante i quali i fiumi di birra portano a una degenerazione etica ed estetica degli eventi di musica alternativa, sempre più contaminata con Oi!, skin, Rock Against Communism. Torna, dopo il concerto trasmesso al Palalido di Milano in differita (e non in diretta, per un assurdo divieto prefettizio) da Londra, Massimo Morsello.

 

Nel 1997 Claudio Volante, sullo slancio dell’attività di Marzio Tremaglia assessore alla cultura in Regione Lombardia, e con l’aiuto dello stesso Giraudo, crea il monumentale Lorien – Archivio Storico della Musica Alternativa (assieme all’Archivio dei Canti Patriottici, quello della Destra Italiana e quello dedicato a Sergio Ramelli).

 

Nel Duemila comincia la produzione musicale di Casa Pound, ma l’organizzazione musicale resta legata a piccole realtà: tutto sembra diventare sempre più difficile. Gli Amici del Vento organizzano concerti decennali in memoria di Carlo Venturino: quello del 2003, al Carcano di Milano, è funestato da risse e minacce d’interruzione; quello del 2013, con mille spettatori, aggira le isterie dell’Osservatorio Democratico e con una beffa al solito Saverio Ferrari è celebrato con quaranta artisti. Fra questi e gli anni ’10, la maggior novità è Federico Goglio in arte Skoll, con i suoi concerti a tema (D’Annunzio, Mishima, Evita, gli eroi italiani). Torna l’esigenza che d’uscire dagli stereotipi illegittimi e disinformanti imposti dalla vulgata dell’Espresso e Repubblica, da Berizzi, Raimo e Murgia: la forza della musica alternativa sta nel sorridere – il fascismo è stato duro, cattivo; mai bieco. Ci si proietta verso una nuova dimensione, dispiegata nei concerti del 2015-’16-’17 in viale Argonne per Ramelli.

 

Il racconto di Giraudo è stato intervallato con canzoni interpretate da Roberto, voce e chitarra accompagnato in coro dai ragazzi bresciani: Trama Nera e Nel suo nome degli Amici del Vento; Generazione ’78 di Mancinelli; Piccolo Attila di Gabriele Marconi; Figli di una frontiera di Morsello; Anita di Skoll; sono state proiettate esecuzioni di Nostri canti assassini (Morsello) e dell’eponima Amici del Vento; infine, tutti in piedi a intonare Il domani appartiene a noi, cui è seguita, su richiesta, A Carlo.

 

Bonazzi di Canissandro ha quindi ricordato che dei bei concerti di musica alternativa si tenevano al Vittoriale di Gardone. Poi, è arrivato Giordano Bruno Guerri…

 

Giraudo ha concluso con un’esortazione ai ragazzi: cantate!